Continua l’escalation mediatica e militare provocata dalla crisi ucraina.
Gli Stati Uniti dispiegheranno l’82^ divisione aviotrasportata in Polonia, e si apprestano a spostare altri militari dalla Germania alla Romania.
Dalla parte opposta la Russia ammassa uomini, carri armati ed aerei ai confini dell’Ucraina. Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, reduce dai massacri dei kazaki in rivolta contro la miseria e la disoccupazione provocate dal loro governo e sostenitore del tiranno siriano Assad e di quello egiziano Al-Sisi, viene presentato dai media occidentali come una potenziale minaccia per l’indipendenza dell’Ucraina.
Intanto Russia e Cina si esprimono congiuntamente contro l’espansione della Nato ad Est e ancora i media e le diplomazie occidentali parlano di nuova Guerra Fredda, come nella seconda metà del secolo scorso.
La situazione internazionale è ben diversa: in quegli anni l’Unione Sovietica era al centro di un sistema di alleanze economiche, politiche e militari alternative a quelle guidate dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna; oggi la Russia occupa un territorio più piccolo della vecchia URSS e, come la Cina, fa parte del Fondo Monetario Internazionale e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, gli organismi economici e finanziari internazionali controllati dall’imperialismo anglo-americano.
I governi impegnati nella crisi, da quello ucraino, a quello russo, a quello statunitense, per non parlare della Francia, del Regno Unito e della Turchia, hanno tutto l’interesse a far salire la tensione internazionale per distrarre i rispettivi cittadini dalla loro incapacità a dare una risposta ai problemi posti dalla pandemia e dalla crisi economica.
Anche il governo Draghi partecipa in prima fila alla spirale bellica:
– Lettonia: truppe con carri armati e cingolati da neve, nell’ambito della missione “Baltic Guardian” della NATO;
– Romania: nei pressi di Costanza è presente una squadriglia di 4 caccia Typhoon nell’ambito della missione “Air Black Storm”;
– Mar Nero: sono presenti la fregata FREMM “Margottini” e il cacciamine “Viareggio”. Ad essi si aggiunge la portaerei “Cavour” con gli F-35, nell’ambito delle ennesime manovre NATO che si stanno svolgendo in queste settimane, assieme alla portaerei francese De Gaulle e alla statunitense Truman.
Questo spiegamento di forze è stato autorizzato con uno stanziamento di 78 milioni di euro, che sicuramente il governo dovrà incrementare. Le crescenti spese militari sono giustificate con la nostra sicurezza, ma nessuno dice che sicurezza è soprattutto educazione e sanità, reddito garantito per tutti, non la guerra.
Intanto lo stesso Governo autorizza l’ampliamento della base USA di Camp Darby, fra Livorno e Pisa, devastando ulteriormente il Parco di Migliarino San Rossore, e sostenendo la marcia verso la guerra.
Anche se forse nessuno vuole realmente la guerra oggi, le continue dimostrazioni di forza, la corsa agli armamenti, la concorrenza commerciale continuano a gettare benzina sul fuoco della crisi internazionale.
Solo un fronte proletario internazionale può fermare la corsa verso la guerra, combattendo tutti gli imperialismi a partire dal proprio.
BASTA MISSIONI MILITARI ALL’ESTERO!
Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero-Livorno
Qui sempre sull’Ucraina trovate il comunicato del movimento Nomuos